martedì 17 giugno 2014

The land of dreams. Continuate a... dormire.

Welcome to EU! What's your dream? Everybody comes here; this is EU, land of dreams. Some dreams come true, some don't; but keep on dreamin' - this is EU. Always time to dream, so keep on dreamin'. 




Ed ora vi saluto che devo vomitare.
P.S. : è possibile sostituire EU con Italy, tanto è praticamente lo stesso

martedì 15 aprile 2014

Elmetti e zainetti

A dicembre 2013, durante le manifestazioni dei cd. "forconi", i poliziotti in un atteggiamento alquanto sbracato, si tolsero il casco senza un vero motivo (dissero loro), più probabilmente per mandare un segnale di vicinanza a quei movimenti di estrema destra che tentavano (con relativo successo direi) di cavalcare la protesta di quella piccola/media borghesia pericolosamente con un piede nella fossa di una classe sociale inferiore e da sempre acqua di fonte reazionaria.

Qualche mese dopo, precisamente a metà aprile del 2014, le proteste sono guidate non più dagli pseudo forconi ma da persone, molte di esse giovani, che manifestano per "il diritto all'abitare, contro il governo Renzi, il jobs act e il piano casa del ministro Lupi". Sicuramente gli interessi non erano gli stessi di coloro che manifestarono alla fine del 2013.

fonte Ansa
A dicembre molti mezzi di comunicazione tirarono la volata all'ondata di simpatia facebookiana che fu tributata ai poliziotti che si tolsero il casco. Stavolta qualcuno di quelli che indossano la divisa si è distratto calpestando una ragazza a terra credendo che "fosse uno zainetto". 

Ora capite che tra un essere umano ed uno zainetto può passare qualche differenza sostanziale, se non altro perché di solito uno zaino non grida di dolore quando viene schiacciato, per non dire altro.

Dove sono oggi le attestazioni di riprovazione quando allora ci si spellò le mani in applausi per un gesto a detta degli interessati puramente casuale ?
Coraggio: aspettate l'input ? Un linkino di quelli da incazzati "neri" di quelli che si è ben lieti di poter condividere per sentirsi operosi nella propria società ? Sono forse quisquilie ? O magari han fatto bene ché tanto sti giovani non ci hanno mai voglia di lavorare e stanno sempre in giro a protestare per qualsiasi cosa, solo per il gusto di protestare poi ?

venerdì 1 novembre 2013

Pet Shop Boys - Opportunities

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sabato 21 settembre 2013

Valore.

Un giorno un mio amico mi disse che coi soldi non si può pagare tutto.
Non sto parlando della classica storia che i soldi non comprano tutto, che i soldi non sono tutto, che non danno la felicità.
No. Io credevo di cavarmela sdebitandomi comprando qualcosa, dopo che questi aveva donato ben di più. La vera amicizia, disinteressata, quella che non si aspetta in cambio nulla.
Casomai sarai tu a ricambiare semmai un giorno ce ne fosse stato bisogno. Magari non sarebbe stata la stessa cosa, la vita ci porta a vivere esperienze differenti, la moneta non sarà la stessa.
Ma il valore sì !
È stato un duro colpo al mio ego. Lì per lì mi son sentito vacillare perché io non volevo, non intendevo ferire nessuno. Del resto non dò al denaro nemmeno tutta quella importanza, ma era evidente che questo concetto mi sfuggiva.
Sono grato ad A. perché da allora ho capito. Ho capito l'importanza nel donare sé stessi senza tenere pensare al poi, quasi fosse una contabilità dove il dare deve corrispondere all'avere.
Ho capito che le possibilità cambiano da persona a persona, che ciò che pensiamo sia per noi remunerativo, può finire per essere un gesto arido e povero di umanità, dove tu non ci sei per niente, lì dentro quel gesto.
Dò e faccio ciò che è in mio potere e poi spesso me ne dimentico. Magari mi tornerà in mente un giorno ma non andrò a chiederne conto. Ciò che viene dal cuore è regalato. Non mando mai fattura.
Non firmo contratti di fornitura, non temo di restituire. Non ho merce pregiata e non ne cerco. Non ne voglio.

sabato 14 settembre 2013

Senza titolo

«...il suo ego si abbeverava a forza di tisane dal sapore della rinuncia e si abbuffava a piene mani nel gusto del rifiuto.
Sua madre non avrebbe speso una parola in suo favore, suo padre non gli permetteva di tenere in ordine i suoi conti.
Per non parlare del fatto che la ragazza che amava e che l'aveva allontanato in malo modo, raccontava a tutti che con lei non aveva avuto nemmeno il coraggio di provarci.»

Vincitore Locarno

mercoledì 21 agosto 2013

Estati perdute.

Una notte d'estate, avrò avuto 17 anni, torno a casa dalle solite vasche (1) nel lungomare della mia città. Metto la mia bicicletta blu metallizzato in garage, apro il portone, salgo le scale, corridoio, solito saluto ai miei che sono già a letto da un po'... giusto per vedere se stanno tutti e due bene. E' un rituale lo so ma senza non riesco a stare tranquillo, eppoi so di non disturbarli perché se son svegli mi rispondono, altrimenti guardo se "respirano" e va tutto bene.
Mi affaccio dall'uscio: "ciao babbo, ciao mamma !"

Loro sollevano il busto e mi guardano.
Ma non sono loro.

Due sconosciuti che vedendomi si alzano e si dirigono verso di me che terrorizzato dalla scena e soprattutto per la sorpresa inizio a correre verso la porta che dal primo piano mi fa accedere al piano terra.
Tante scale ma decido di non farle e faccio direttamente un salto dalla sommità.
Atterro e batto le ginocchia per fortuna però non mi fanno tanto male, ma forse è solo l'adrenalina che non mi consente di sentir dolore.
Sento che mi stanno inseguendo e mi dirigo verso il garage, inforco la bicicletta e scappo via, senza girarmi indietro.
Dove scappo non lo so perché poi il sogno finisce e già so che non lo saprò nemmeno la prossima volta che lo rifarò.


Per anni mi sono chiesto se questo potesse avere un motivo, un messaggio che volevo mandarmi ma che non riuscivo a cogliere. O magari che ne so, solo la rielaborazione di una scena di un film che non ricordo.

A volte però la vita riesce ad essere quasi "letterale". Basta solo modificare poche cose, spostare un elemento qui, metterne a fuoco un altro di qua...
Almeno per alcune cose. L'ho capito un po' di tempo fa, aiutato forse anche dal brutto momento passato da uno dei miei, il momento in cui ho dovuto fare i conti con la dura realtà che finché sei solo un ragazzo ti fa pensare che i tuoi genitori sono e saranno immortali.
Anche se hai già perso i tuoi nonni.
Ha investito tutta la mia vita, le mie cerchie e forse è stato solo l'inizio di un cambiamento o magari di una rivelazione, il prendere il capo della matassa ed iniziare a sciogliere nodo per nodo il groviglio accumulato della mia esistenza.

Ora che sto scrivendo mi sento già meglio, ma penso che non vorrei.
Non vorrei perché solo in momenti come questi riesco a tirare fuori le parole dalla bocca di quel manichino abituato a far pensare che va tutto bene, il bonaccione che nulla o quasi riesce a toccare, che uno sgarbo gli passa in due minuti perché lui, lui tanto è tranquillo. Quel manichino dalla memoria labile, corta. Quel manichino che non ascolta, non sente le parole che potrebbero ferirlo o forse è oramai abituato a bypassarle proprio come quando si dice: gli entra da una parte e gli esce dall'altra.
Quel manichino che a volte è lui stesso a trattare male, ad essere insensibile, a ferire fino a sentire la ferita dentro di sé e nonostante tutto spinge il coltello ancora più in fondo.
Quello che porta la mia maschera da quanto posso ricordare.

Ma lui è stato anche pazzo. Forse lo è ancora, forse no ma in queste cose si sa, non siamo autorizzati a stabilirlo.
Sento che la mente inizia a cancellarsi, una nebbia pervade il pensiero, il dolore si attenua mentre non capisci più il motivo per il quale sei qui che stai scrivendo. Scrivendo cosa ?
Ma come è possibile ? Fino a poco fa avresti pianto se il solito pudore non te l'avesse impedito. E poi perché farlo ? Non ho nessuna voglia di rispondere ad alcuna domanda.
La frase tipica: "tanto non capiresti".
Che poi non è così nemmeno tanto lontana dalla realtà. Di cosa dovrei lamentarmi ?
Io che ho tutto, anche ciò che non so di avere. Persino.
Io che se non posso è perché non voglio.
Io svogliato, io incapace, io dodicenne, io "no, lasciamo perdere che è meglio".
Io che non sono mai abbastanza, io che mai (come dice una vecchia canzone).
Io obsoleto, io inservibile, io intercambiabile.
Io deludente, la più grande delusione di una qualche vita.
Io senza dignità e vergogna. Io ingrato.
Io allegro e spensierato, io con la battuta pronta, io e la pacca sulle spalle.
Io ed il peloso per il quale sono il mondo, magari...
Io ed il mio amore "sgangherato", la cosa più bella che solo al pensiero non so trattenere le lacrime perché penso che non troverò mai le parole, né un gesto per esprimere ciò che sento.
Io che glielo dico e piango di nuovo.
Io e la figlia che non ho... e qui mi fermo.
Io ed il mio cuore di donna (sic).
Io che stupidamente vorrei andarmene e penso che il dolore passerà presto. 
Io che non mi rendo conto di ciò che sto dicendo... io stronzo. Io, stronzo ?

Dove sono... 

(1) passeggiare avanti e indietro lungo un percorso particolarmente frequentato. conosciuto altrove anche come "struscio".

venerdì 3 maggio 2013

Non è anarchia, è fascismo.

La notizia pubblicata oggi sul sito Repubblica.it


E' vero, ne ho visti anch'io e son sempre link e foto pubblicate e diffuse da pagine che inneggiano più o meno apertamente (nel titolo, ma nei contenuti non ci sono dubbi) al fascismo, alla xenofobia, al razzismo, all'antisemitismo ed al revisionismo storico.

 

Ma perché tirare in ballo l'anarchia ? Nell'articolo e nelle parole di Boldrini la parola anarchia non esce mai. Solo nel titolo che chiaramente non ha stabilito lei.
 

Attenzione perché le parole non vengono mai scelte a caso e di solito quando un termine viene usato impropriamente se non è ignoranza è perché nasconde un secondo fine.
 

Questi fatti hanno un solo nome ed è nazifascismo. 
E dobbiamo "ringraziare" naturalmente anche coloro che si prestano alla condivisione di questi link, persino coloro che si reputano in buona fede e non sanno vedere dove finisce una contrarietà a certe presunte scelte politiche (contrarietà peraltro spesso fondate su una colpevole ignoranza, ignoranza che certe pagine profondono a man bassa) e dove comincia l'istigazione alla violenza più becera e vigliacca.