lunedì 11 luglio 2011

Tempo di manovre

..che paese di merda è il mio. Un paese dentro se stesso fino al collo.

Spendono e spandono in lungo e in largo. Intascano tutto il possibile e poi ci vengono a dire: "bisogna stringere la cinghia, fare uno sforzo per risollevarci".
Ma come sempre, coloro che si devono sacrificare sono gli stessi.. perché ?
Perché siamo relativamente tanti mentre i parassiti relativamente pochi, per cui ti dicono: "non servirebbero a granché i nostri sacrifici".

E così continua e continuerà perché in fondo ci siamo abituati all'inevitabilità, all'immobilità. Perché viviamo in una scala e pur di credere di vederci in un piolo più su di qualcun altro, arrivamo a pensare che è meglio stringere i denti ed immaginarci dentro il nostro piccolo regno, che perde pezzi è vero, ma chissà... forse domani potrebbe cambiare... DEVE cambiare.
Non posso credere che dovrò rinunciare alla mia TV ultrapiatta, alla mia bella macchina (magari per una più... ordinaria, che vergogna!), a tutto ciò che mi rende invidiabile agli occhi del mio vicino. Eppoi in fondo ho ancora i miei valori.. la famiglia, l'orgoglio di essere italiano... e la paura di non esserlo più a causa di questi.. questi.. cinesi, questi albanesi, negri che ci stanno invadendo, che se potessero vorrebbero fare di noi persone con la pelle scura, gli occhi a mandorla ed i capelli lisci e neri.
E soprattutto perdere le proprie radici: il cattolicesimo.. senza il quale non potremmo continuare a sperare in un mondo migliore.. con l'aiuto di Dio, certo.
Intanto Dio entrerà in affari con lo Stato Italiano.. tramite la sua succursale.
(to be continued)

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